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Angelo Brofferio, Per lo spiritismo , Milano, Domenico Briola, editore, 1893. Fonte: Google Books

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<dc:title></dc:title> <dc:publisher>Domenico Briola, editore, Milano</dc:publisher> <dc:date>1893</dc:date>

Pagine dell'edizione

Sommario

Per lo spiritismo	v

Errata corrige	xii

I. Prefazione	1

II. Distinzione tra i fatti medianici e la teoria spiritica	8

III. I fatti medianici non si possono dire impossibili a priori	14

IV. Sono attestati da testimonianze sufficienti	25

V. Non sono imposture	36

VI. Non sono allucinazioni	56

VII. Tutti possono constatarli, se vogliono	66

VIII. L'opinione contraria della maggioranza non conta quasi nulla	74

IX. Ora suppongo ammessi i fatti	84

X. La causa di questi fatti si deve poter trovare, perchè sono sperimentali	87

XI. Questa causa è composta di condizioni fisiche, fisiologiche e psicologiche. Compito del psicologo è cercare di chi sia l'intelligenza che si manifesta mediante il medio	89

XII. Ipotesi che si sono fatte e si possono fare sull'origine di quest'intelligenza	96

XIII. Quali criteri si debbono seguire nella scelta fra più ipotesi	102

XIV. L'ipotesi che l'intelligenza occulta sia lo incosciente del medio è, a primo aspetto, la più naturale	104

XV. Ma l'ipotesi che sia l'intelligenza di un defunto non si deve escludere a priori come impossibile	107

XVI. E a posteriori è possibile, perchè, il medio essendo incosciente e passivo, l'intelligenza che si manifesta può non esser la sua; per lo meno è occulta	128

XVII. Anzi è probabile, perchè le intelligenze occulte, interrogate, dicono generalmente di essere anime di morti	130

XVIII. E in ciò concordano colla tradizione antica e colle osservazioni odierne di apparizioni spontanee di defunti	134

XIX. E perchè l'intelligenza occulta pensa separatamente dal medio	155

XX. E differentemente dal medio	166

XXI. E vede talvolta delle cose che soltanto uno spirito può vedere	172

XXII. E sa talvolta delle cose verificabili che soltanto un defunto può sapere	180

XXIII. E usa spesso lo stile, la lingua e la scrittura di un defunto che il medio non ha conosciuta	206

XXIV. E scrive perfino senza le mani del medio, e fa cose che il medio e noi tutti, anche con scienza e coscienza, non possiamo fare e nemmeno comprendere	221

XXV. E finalmente si materializza e prende la forma tangibile, visibile, udibile e fotografabile di un dato defunto	268

XXVI. La concordanza di più prove simultaneamente e di più medii successivamente dimostra la necessità del defunto e l'insufficienza del medio	305

XXVII. La maggior obbiezione allo spiritismo è la troppa rarità delle buone prove e la troppa frequenza delle bugie; ma essa non distrugge il valore delle prove buone, e prova soltanto che non tutti i fenomeni medianici sono spiritici	312

XXVIII. Riassunto e conclusione	337