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produrre in lui l’allucinazione che non si produce normalmente quando fa lezione o fa colazione. Al che rispondo che durante gli esperimenti sono molto attento, come può esserlo il Koch quando guarda i bacilli attraverso il microscopio o lo Schiaparelli quando considera Marte attraverso al telescopio; ma che non avevo mai sentito dire che si dovesse diffidare delle osservazioni degli uomini attenti e fidarsi dei distratti. Quanto all’esaltazione, rispondo che ero spesso esaltato all’indomani dell’ esperimento e farneticavo sulle conseguenze a cui mi trascinava l’evidenza dei fatti constatati; e confesso che mi esalto qualche volta discorrendo di spiritismo, per effetto della contraddizione della maggioranza; ma durante l’esperimento, senza esser pacifico quanto un gatto che fa il chilo, ero padrone, padronissimo di me stesso. E quanto all’immaginazione, rispondo che le mie sensazioni erano spesso ben diverse da quelle che mi ero immaginato. Per esempio una sera domandai ad uno spirito, evocato per mezzo di John King, che mi facesse udire almeno una parola, fosse anche sottovoce; essendosi promesso di esaudirmi, io aspettavo una parola che venisse dalla mia sinistra (dov’era il medio), a qualche distanza dall’orecchio, (il che mi avrebbe dato sospetto di ventriloquio); invece, dopo breve aspettazione, sentii due labbra che, toccandomi alla base della fronte, pronunciarono rapidamente a bassa voce una frase, di cui non compresi per allora che alcune parole. E altri fenomeni succedettero spesso, non solo diversi da quel che immaginavo, ma senza averli domandati. Dunque a me non si persuaderà che ero allucinato.