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il bambino in cuna che comincia ad imparar a muovere il braccio destro piuttosto che il sinistro. Un essere assolutamente incosciente può muover le braccia, ma non può muoverle come vuole.
Insomma noi sappiamo che una macchina, un rosaio, o uno dei nostri intestini, che non ha volontà, può far dei miracoli, anche incomprensibili per noi, senza sentirlo lui. Ma per fare una cosa a volontà, come muover un braccio, bisogna almeno sentirlo. E per fare a volontà una cosa che gli altri non sanno fare, come un libro, o un paio di scarpe, od un bastimento, bisogna sapere come si fa. Ora le operazioni magiche dipendono da una volontà; mi par dunque contrario a tutta la nostra esperienza il dire: se sono cose che nessuno di noi sa capire come si facciano, potrà farle uno che non sa e non sente nulla. E mi par più conforme all’esperienza, e per ciò più naturale, il dire: deve farle qualcuno che sa delle cose che noi non sappiamo.
Ma questa mia pregiudiziale può parer dettata da un pregiudizio, da opposizione sistematica. Sia per non fatta. Quindi, tornando indietro, ripeto che per spiegare i fenomeni fisici dello spiritismo, e spiegare in modo da far capire, non basta dire che l’incosciente c’è, e perciò attribuirli a lui, ossia fare un’ipotesi gratuita; bisogna provare che può produrli, e per ciò che ne produce di analoghi a tutte le quattro classi che abbiamo distinte.
Per la prima classe, abbiamo già detto che un gesto può essere involontario, ma non può esserlo la scrittura