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senza ricorrere alla spiritica. Infatti pretendono non solo che il nostro incosciente sa cose che noi non sappiamo, e può leggere a distanza in tutti gli incoscienti che vivono attualmente, ma ancora che gli incoscienti che vivono ora possono sapere, per eredità fisiologica, tutto ciò che hanno pensato e detto e fatto a loro tempo i defunti (cfr. Walter Lenf, nei Proceedings, ecc., VI, 565). Ma ciò che nessun uomo ha mai saputo? ebbene, questo l’incosciente lo può sapere con quella chiaroveggenza colla quale i sonnambuli possono informarsi minutamente di una cosa, solo che abbiano qualche oggetto che abbia avuto qualche rapporto con quella cosa; cioè colla psicometria scoperta dal Buchanan nel 1849 e sviluppata dal Denton (The Soul of Things, già alla 7ª edizione).
Quest’ultimo dice espressamente: «Con un frammento dell’Egitto, non più grosso di un pisello, noi possiamo conoscere i tempi dei Faraoni meglio che se possedessimo tutti quanti i geroglifici che furono scritti e possedessimo tutta la scienza di Champollion e di Lepsius».
Ma come si spiega poi questa chiaroveggenza universale? Si spiega con altre ipotesi fisiche e metafisiche; (i due regni sono difficili a separare, perchè colla fisica dell’invisibile comincia la metafisica). Io ne conosco almeno quattro.
Il Denton dice (7ª edizione, III, 347): «Sembra dunque che, oltre al mondo materiale, esista un mondo spirituale, cioè un mondo che contiene, non solo tutto ciò che è, ma anche tutto ciò che è stato. In quel mondo