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un’altra che spieghi davvero i fatti), perchè non è naturale, ossia non è conforme a ciò che già sappiamo della natura, o piuttosto a ciò che la scienza sa della natura; che non è naturale perchè introdurrebbe una forza occulta, una forza nuova, se non per la natura, almeno per la scienza; ossia, adoperando un precetto scolastico, rammentato a questo proposito dall’Alaux, perché entia non sunt multiplicanda prœter necessitatem.
Ma possiamo noi dire a priori che quest’ipotesi è assurda, che è impossibile che le anime dei morti sopravivano ai loro cadaveri e che si manifestino a noi? Per cominciare colla prima parte di questa domanda, l’immortalità, o meglio la sopravvivenza dell’anima, non può certo dirsi impossibile in quanto sia una contraddizione nei termini; fra anima ed immortalità non c’è contraddizione, sebbene viceversa Platone non possa persuadermi che nell’idea di anima ci sia l’idea di immortalità. Resta a vedere se sia impossibile perchè in contraddizione con leggi di natura assolutamente inviolabili; ma, lasciando stare che sono tali soltanto le leggi aritmetiche, (perchè, come dicemmo, per noi le possibilità della natura sono infinite), sappiamo noi se la mortalità dell’anima è fra le leggi di natura? Il Lombroso, continuando a ragionar a priori sulla spiegazione dei fatti, dopo aver convenuto che aveva avuto torto di negar a priori la realtà dei fatti, si scusa col dire che li negava perchè gli pareva priva di ogni credibilità l’ipotesi di far parlare ed agire i morti, sapendosi troppo bene che i morti, massime dopo qualche