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che danno è più morale che scientifica. Egli è vero che lo stile è l’uomo; ma è anche vero che i più dotti critici tedeschi non possono mettersi d’accordo sulla questione se lo stile di certi dialoghi platonici, per es. del Sofista e delle Leggi, sia o no di Platone. Quindi si potrebbe questionare anche sull’autenticità del romanzo che Dickens morendo lasciò interrotto e che avrebbe condotto a termine per mezzo di un medio scrivente.

2° La seconda classe, più importante assai della prima, è quella delle comunicazioni verbali o scritte in una lingua che era quella del defunto e che è ignota al medio ed agli astanti. Pei fatti di questa classe si veda Aksákow (p. 420, ss. e 657, ss.). Il caso più luminoso è quello della figlia di Edmunds; il padre stesso racconta, nella introduzione al secondo volume della sua opera Spiritualism, che essa non sapeva che l’inglese e qualche pò di francese; che tuttavia ha parlato in nove o dieci lingue, talvolta per ore, colla stessa facilità e speditezza che se fosse nata nei paesi di quelle lingue; che non di rado i forestieri discorrevano per mezzo di lei coi morti del loro paese. Assumendo una volta la personalità di un fratello defunto di Marco Botzaris, essa discorse a lungo con un greco di nome Evangelides, e gli annunziò la morte di un figlio che egli aveva lasciato in patria; Evangelides non potè nascondere la sua emozione; ma, niuno degli astanti comprendendo il greco, non se ne seppe la causa che giorni dopo, quando la triste notizia fu confermata ad Evangelides da una lettera. Ho citato