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l’esistenza di ciò che a torto chiamano sopranaturale.

Poi quest’ipotesi, già probabile per sè, diventa quasi necessaria, perchè per ora non si può farne una migliore, e nemmeno eguale. Infatti di qui non si esce: la volontà che manifestamente contribuisce alle operazioni magiche, è o non è dentro di noi. Ma nè noi nè il medio, le comandiamo, o sentiamo di farle, o sapremmo farle. Se non siamo noi che le facciamo, nè il medio, chi mai sarà?

Si risponde che sarà la volontà incosciente del medio.

Ma non basta asserirlo. Bisogna dimostrarlo.

Spero non vorrete dimostrarlo con questa sola ragione che «deve esser lui, perchè spiriti non ce ne possono essere». Perchè sarei desolato di aver fatto tanta fatica inutile nei capitoli terzo e quindicesimo.

Più scusabile sarebbe l’asserzione che è lui. Dico scusabile, perchè questo sospetto è prodotto naturalmente in tutti dalla necessità del medio. L’esperienza ci mostra che il medio è necessario; inoltre vediamo che questi fenomeni diventano più difficili e meno intensi man mano: che ci allontaniamo dal medio; che il medio si stanca in proporzione dell’intensità dei fenomeni; che anche le intelligenze occulte dicono di aver bisogno dei medii, e di non poterli produrre tutti cogli stessi medii. Sembra che alcuni di essi succedano senza medio nelle case in cui ci si sente; si odono colpi nei muri, si lanciano oggetti contro le pareti, ecc.; ma allora c’è, fra chi assiste a