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di spiegare i fatti all’Aksàkow, che all’infuori dello spiritismo non è che consigliere di Stato, ma che ha fatto esperimenti per trenta e più anni coi migliori medii. Il Crookes, membro della società Reale di Londra, non ottiene che la Società nomini una Commissione per sperimentare con lui; dei due segretari della Società, uno, il Sharpey, scansò gentilmente l’invito; l’altro, lo Stokes risponde: «Se alcune poche persone volessero far parte di una Commissione d’investigazione, io non avrei nessuna difficoltà a costituirla. Quanto a me, conosco troppo le giunterie degli spiritisti per dedicare il mio tempo ad una tale Commissione». Così l’Humboldt rifiutava di assistere agli esperimenti dell’Horst, l’autore della Deuteroscopia. Seguono tutti l’esempio del professore di Padova che, invitato da Galileo a verificare i satelliti di Giove nel suo telescopio, rispondeva all’incirca così: «Dei satelliti di Giove, Aristotele non parla; dunque non ci sono, non ci possono essere, e non li voglio vedere; guardate bene, che ci sarà una macchia nel vostro cannocchiale; e se non c’è nel cannocchiale, ci sarà nei vostri occhi». Similmente si conosce un professore d’Università che non voleva guardare col microscopio i bacilli della tubercolosi. Così per i fenomeni medianici un dotto tedesco diceva: «Io non crederò che quando vedrò; quindi non crederò mai, perchè, sapendo che è impossibile, non perderò il tempo a guardare».

Ma, si dirà, fra quelli che non credono vi sono degli scienziati che hanno sperimentato. Sì, alcuni, ma la loro