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di apparire, tra le altre quella ben documentata del fratello dei Fenzi; e altri casi simili conosce il Myers (vol, IX dei Proceedings, ecc., p. 439-440); e nel succitato libro dello Stead c’è un intero capitolo intitolato: Fantasmi che mantengono la promessa. Io ne cito un esempio, che non è fra i più belli, ma è fra i più autentici, perchè, sebbene si fondi sulla fede di un uomo solo, quest’uomo è però lord Brougham, che non solo fu Gran Cancelliere, ma ancora ebbe una delle teste più quadre che ci siano state. Lo Stead racconta dunque che si legge nel primo volume delle Memorie di lord Brougham: « Mi è accaduta «una cosa notevolissima; così notevole che devo raccontare la storia dal principio. Quando lasciai la scuola superiore, andai all’Università con G., il mio più intimo amico. Non vi era insegnamento religioso, ma noi discutevamo spesso nelle nostre passeggiate su questioni gravi, fra le altre sull’immortalità dell’anima e sulla vita futura. Questo problema, e la possibilità che un defunto apparisca ad un vivente, furono soggetti di lunghe discussioni, e finalmente facemmo la pazzia di firmare un patto, scritto col nostro sangue, che quello fra noi due che morisse pel primo apparirebbe all’altro, e così dissiperebbe al tutto i suoi dubbi sulla vita dopo morte. Finiti i nostri studi, G. andò nell’India avendovi ottenuto un impiego nel Servizio Civile. Mi scrisse di rado, e dopo pochi anni avevo quasi dimenticato che esistesse.... Un giorno io prendeva, come ho detto, un bagno caldo; e, mentre vi ero