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sè; libro che non sarà tanto una collezione di fatti, quanto la discussione di un ostinato che davanti ai fatti non cede il terreno che palmo a palmo.
Se poi pubblico questo libro, i motivi sono questi: 1° Che io credo che potrà esser utile; non ch’io abbia l’illusione di convincere gli uomini; sono ormai così debole di mente da credere alle apparizioni, ma non più tanto ingenuo da credere che le buone ragioni possano convincere molti uomini; so bene che gli uomini fatti hanno delle opinioni già fatte1. Ma ci sono i giovani; i giovani in cui le abitudini mentali non hanno ancora radici troppo profonde, e che sanno dubitare. E anche fra
- ↑ Chiamo in aiuto il Fogazzaro: Goethe era sui trent’anni e aveva una fama puramente letteraria, quando mandò con una lettera umile all’illustre Peter Camper i suoi lavori che dimostravano evidentemente, contro l’opinione del Camper, esistere l’osso intermascellare anche nell’uomo. «Bene — rispose cortesemente il grande anatomista. — Bravo. Avete fatto un bel lavoro che vi deve essere costato molta fatica. Me ne congratulo con voi». Dopo di che continuò imperterrito a dire e a scrivere come prima che l’uomo non ha l’osso intermascellare.
«Si vede — esclama Goethe — che ero molto giovane e ingenuo e conoscevo ben poco il mondo se mi mettevo io scolaro a contraddire un maestro, peggio! se gli provavo che sbagliava». Infatti il giovane Goethe navigava nella corrente viva della scienza, mentre l’altro povero vecchio, uomo celebre, era là indietro maestosamente fermo sulla sua secca dell’osso intermascellare. — Che bella cosa — disse un inglese crudele ma sapiente — che bella cosa se gli scienziati non vivessero mai più di sessant’anni! Dopo i sessant’anni non ve n’ha uno che voglia saperne di cambiare idee».