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si suol dare il nome di una cosa vecchia che rassomiglia, ma che, per la stessa ragione, potrebbe anche chiamarsi sensazione. Vi sono dunque delle apparizioni di viventi che sono allucinazioni-sensazioni, o, come si suol dire, allucinazioni veridiche, o ragionevoli, o telepatiche.

Le apparizioni di viventi si potrebbero distinguere in tre classi. La prima classe sarebbe quella delle apparizioni che potremmo chiamare naturali; queste sono già ben constatate, e ormai ammesse, specialmente grazie agli sforzi della società londinese per le ricerche psichiche, la quale nè suoi Phantasms of the Living ne ha raccolti 679 casi, recenti ed autentici.

Ma la tradizione conosce altre due specie di apparizioni, prodotte dalla volontà, cioè dalla magia, poichè la magia, secondo la giusta definizione del Kiesewetter, non può essere che l’esercizio volontario della forza psichica, delle facoltà latenti nello spirito umano, e non ancora sviluppate coll’esercizio. Una di queste apparizioni magiche è l'apparizione volontaria. Si racconta che alcuni, mentre sognavano, siano apparsi a gran distanza, e vi abbiano fatto precisamente ciò che sognavano di fare; per tacere dei casi antichi, per esempio di quel filosofo (di cui credo che parli Sant’Agostino), il quale una sera ebbe la soluzione di un dubbio dal fantasma di un suo amico, mentre il suo amico stava a casa propria, dormendo, e sognando precisamente di dargli quegli schiarimenti, rimando il lettore al caso moderno del Wilson, raccontato dall’Askàkow, (p. 631, ss.), e sopratutto al caso più recente, più strano