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uno vicino all’altro, e vedrete che vi danno sempre due retti»; 3° fondandosi sul ragionamento e dicendo, ad uno che già conosca ed ammetta i principj sulle parallele: «voi già sapete che gli angoli corrispondenti sono eguali, che gli angoli alterni-interni sono eguali; ma, prolungando un lato d’un triangolo e tirando una parallela ad un altro si hanno sempre, ecc. ecc., dunque in ogni triangolo la somma degli angoli deve essere, ecc. ». Ne consegue che tutti quelli che studiano trigonometria sono d’accordo; e che, se un matematico mi enuncia un teorema di trigonometria, io lo ammetto senza discussione, perchè posso supporre che, se tutti i matematici sono d’accordo, vi debbano essere in favore di quel teorema delle buone ragioni che convincerebbero anche me, e non ve ne siano di contrarie che possano farmi dubitare. Se invece consultiamo la scienza umana sull’esistenza ed immortalità dell’anima, noi vediamo che alcuni, anche medici, rispondono risolutamente di si; mentre altri, anche poeti, rispondono francamente di no; ed altri, specialmente positivisti, sono scettici od agnostici, ossia sostengono che il problema dell’immortalità dell’anima trascende la nostra esperienza possibile (perchè essi non tengono conto dell’esperienza spiritica), e quindi è metafisico, insolubile. Quindi anche un profano, che conosca queste conclusioni dei filosofi, potrà concludere, senza esaminar le loro ragioni, che, sebbene vi possano essere delle ragioni probabili da una parte o dall’altra, non ve ne sono però ancora di evidenti nè da una parte né