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Io vorrei parlare brevemente della chiaroveggenza e delle altre cognizioni magiche; ma vorrei anche parlarne chiaramente; perciò prego il lettore di distinguere attentamente con me tre questioni diverse: 1° quali si possono chiamare cognizioni magiche; 2° se siano possedute sempre e soltanto dalle intelligenze che si manifestano negli esperimenti spiritici; 3° quale conseguenza si possa dedurne sulla natura dell’intelligenza occulta. Ossia tre cose: la definizione, i fatti e il ragionamento.
1. Chiamo cognizioni magiche queste:
La lettura del pensiero, anche della memoria (cose che possiamo ricordarci, ma a cui non pensiamo), anche della memoria latente (cose sapute di cui non possiamo ricordarci), anche del pensiero a distanza (cui corrisponde per parte del pensante la suggestione mentale, anche involontaria, anche incosciente, anche a distanza);