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l’incosciente è sapientissimo. Ora io non voglio entrare nella metafisica; ammetterò che, se per far delle rose bisogna essere sapienti, anche un rosaio, sebbene incosciente, sarà sapientissimo. Ma non per questo ammetterò che può far delle rose anche l’incosciente del medio, o che il rosaio può farle bene come gli spiriti. Infatti il rosaio, appunto perchè, sapiente o no, è un vero incosciente, differisce dall’intelligenza occulta per due piccoli caratteri: il primo è che non fa rose quando ne domandate, ma soltanto quando vuol lui; il secondo è che fa soltanto delle rose, e sarebbe inutile che vi metteste in ginocchio e lo pregaste, cantando in coro, di farvi un tulipano.

Invece l’intelligenza occulta promette spesso ciò che si domanda, spesso lo tenta, qualche volta vi riesce; e se non vi riesce tenta perfino qualche volta di dirvi il perchè, come potete sincerarvene leggendo certe risposte date a Crookes e a Zöllner. Non si può agir a volontà che con un’intelligenza cosciente.

So bene ancora che da Cartesio in poi si dice che noi moviamo bene le braccia quando vogliamo e senza saper come. Ma non si può arguirne che l’incosciente può far miracoli anche a volontà senza saper come. La frase di Cartesio è vera fino a un certo punto; è vero che non so come faccio a muover il braccio destro piuttosto che il sinistro, ma solo in questo senso che non posso spiegare come faccio; ma non vuol dire che io non lo sento. Io non posso insegnarlo a un altro; ma non lo ignoro come