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dello scorso anno sulla Nouvelle Revue, dice aver verificato più volte che una comunicazione del medio annuncia l’arrivo di una persona che non si aspetta. Della predizione di visite ho udito raccontar qualche caso anch’io. L’Aksàkow cita casi ìn cui uno degli astanti fu avvertito medianicamente dell’improvvisa malattia o di altra disgrazia di un parente lontano; e qualcuno ne ho udito raccontar privatamente. L’Aksákow cita pure il caso di un medico chiamato medianicamente per un malore improvviso. Ascoltiamo un caso anche migliore dal Wallace (op. cit., p. 372): «Un de mes amis, éminent médecin et physiologiste anglais, acquit ce pouvoir particulier (de l’écriture automatique) et en fit une étude spéciale pendant plusieurs années; il commença cette étude comme curieuse et purement au point de vue physiologique; c’est devenu maintenant une habitude constante pur lui, et cela lui rend de grands services dans ses occupations, parce qu’il est souvent averti qu’il sera appelé auprès d’un certain malade, à un certain moment, ce qui est invariablement exact». Questo esempio sarebbe più convincente di quelli dell’Alaux e dell’Aksàkow, perchè il medico di cui parla Wallace, essendo medio egli stesso, si consulta da solo, e quindi non può attribuire la comunicazione a lettura del pensiero degli astanti.

Pure questi e simili esempj non sono convincenti, perchè a spiegarli senza spiritismo basta supporre nell’incosciente del medio le cognizioni magiche dei sonnambuli,