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o speculazioni fisiche sulla vita futura (Londra, 1886), in cui dicono, fra altro, a pag, 198: «Noi siamo costretti ad immaginare che ciò che noi vediamo è derivato dall’invisibile; e usando questo termine noi vogliamo andar anche al di là dell’etere»1. I fisici sembrano anzi disposti a riconoscere che la materia si risolve in forza, gli atomi in punti matematici di energia; non affermano, ma certo non negherebbero la sentenza di Schopenhauer: «La materia è spazio riempito dalla forza». In fine cosa sia la materia non si sa ancora; tanto in Spencer e Huxley come in Hiickel e Herzen ho trovato che «la materia è la causa ignota ed ipotetica delle nostre sensazioni»; ignota perché noi ne ignoriamo la natura; ipotetica, perche la sua stessa esistenza non ci è nota che per induzione dai suoi effetti, cioè dalle nostre sensazioni, Che se non vi fidaste di questi uomini illustri perchè sono anche filosofi, vi dirò che questa è una verità ammessa anche nelle scuole; il mio collega prof. Volta ha stampato ancora ultimamente che il problema della costituzione della materia è prematuro. Quœ cum ita sint, quando il fisico asserisce che gli spiriti, se ci sono, sono materiali, cioè fatti di una cosa ch’egli non sa cosa sia, vuol dir soltanto che egli è monista; che non ammette che al

  1. Si confronti l’opinione di un altro illustre fisico, G. A. Hirn, La vie future et la science moderne, Colmar, 1890, cui volle rispondere il Büchner colla sua opera Das künflige Leben und die moderne Wissenschaft, Leipzig, 1891.