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non ha limite1 Quindi si vorrebbe tacere; ma alla lunga il sentir ripetere quelle ragionaccie, che conosciamo benissimo perchè una volta le adoperavamo anche noi, fa perdere la santa pazienza, e si finisce per tradirsi, e farsi canzonare egualmente. Sicchè, non potendo nè parlare nè tacere, scelgo di dar fuori, come si dice a Milano, una volta tanto con un libro; perchè in un libro ho il vantaggio che non parlo che io. Ma agli amici che mi parleranno ancora di spiritismo, per evitar la discussione darò una copia del mio libro; agli altri darò l’indirizzo dell’editore.

Prima di finire questa prefazione devo chiedere scusa al lettore di una cosa: egli troverà questo libro mal scritto, quanto è a purezza della lingua ed eleganza dello stile; ma deve perdonarmi perchè io non pretendo punto d’averlo scritto bene; non gli dò zenzero per pepe buono. Poi, avendo messa tutta la mia attenzione alla sostanza,

  1. Anche lo Sciamanna nella Nuova Antologia: «Non si può pensare a questo commercio colle anime dei defunti senza diventare miserevolmente ridicoli. — E il Pierre Janet chiude il suo articolo sullo Spiritisme contemporain, scusandosi del suo tono canzonatorio contro lo spiritismo, con queste parole:«Il n’est pas toujours possible de parler sérieusement de choses qui ne sont pas sérieuses». — E negli Annales des sciences psychiques il Chandoz caccia da parte, con un piede, le teorie spiritiche, «qui sont toutes, sans exception, d’une bêtise peu commune». E così quasi tutti. Per non farsi cattivo sangue con quelli che la pensano così, bisogna sempre tener a mente che il miglior modo di punirli della loro volontaria cecità è appunto di lasciarli nell’oscurità.