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Se fossero scherzi della fantasia, sarebbe però un caso raro, che la fantasia, che è la cosa più variabile del mondo, ripetesse un medesimo concetto un infinito numero di volte in tutti i tempi e paesi».
Quanto valore abbia questa tradizione, è difficile stabilire; ma certo una tradizione ostinata, generale e spesso concorde non si può calcolore come eguale a zero. Confesso che qualche anno fa era uno zero anche per me. Le testimonianze dell’antichità classica non mi pareva che pesassero sulla bilancia delle probabilità neppure un grammo; anche quelle poche che erano state fatte in buona fede non provavano che illusioni ed allucinazioni, le quali potevano aver avuto qualche pretesto nella realtà, cioè nei sogni o nei fuochi fatui, ma eran prodotte sopratutto da sentimenti ed immaginazioni esaltate. Le credenze popolari nostre eran naturalmante avanzi degli errori antichi, ossia supestizioni. Quanto all’antico Oriente, al medio evo ed ai selvaggi, non tentavo neppur di spiegarli, perchè erano come se non fossero. E perchè questo? perchè di casi di apparizioni io ne avevo letto, come gli altri, pochissimi e isolati, a gran distanza di tempo uno dall’altro, sicchè mi parevano ancora più pochi di quelli che erano. Questi racconti fanno presa su di noi soltanto quando se ne leggono delle collezioni, come la Mistica dei greci del Du Prel, o la Mistica cristiana del Görres, o il Sadducismus triumphatus del Glanvil, o Nightside of Nature della Crowe. Quando si leggono delle collezioni ordinate sistematicamente, quando si