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Ora riprendiamo il filo del nostro ragionamento. Eravamo arrivati a questo punto: l’intelligenza occulta, interrogata, risponde di essere l’intelligenza di un defunto. Si tratta di verificarlo. Con un medio ordinario, sia tiptologico (cioè che fa muovere il tavolino col solo contatto), o scrivente (cioè che ci assicura di scrivere senza volerlo), il fenomeno fisico è troppo dubbio, monotono ed insignificante, perchè ci permetta di giudicare della natura dell’intelligenza occulta da quello che fa. Non c’è dunque che continuare ad interrogarla per giudicarne da quello che dice; ossia non si possono domandare che prove intellettuali.
Prima di esaminare queste prove intellettuali, devo premettere che, e per quanto so dalla testimonianza altrui, e per quello che ho potuto constatare colla mia poca esperienza, le prove soddisfacenti per chi, senza esser uno scettico, è però un critico, sono rare. Ma ce ne sono.