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anche lui; s’intende che deve sperimentar bene, cioè come ho fatto io; ho sperimentato due volte col medio solo, una volta col medio e un compagno solo, che ho voluto fosse mio fratello, poi cinque volte con persone sicure; fra le quali, per esempio, quello che due volte mi aiutava a sorvegliare il medio e tenergli le mani, era un sostituto procuratore del Re, costretto a convertirsi dall’apparizione ripetuta del fantasma di sua sorella. Se poi sono sicuro di non essere stato canzonato, non è soltanto perchè credo di poter esser sicuro di mio fratello e del medio e degli amici; non è soltanto perchè non ho osservato mai un indizio di frode; sono pronto a dubitare e della sincerità degli altri, e della perspicacia mia; credo che sarei un cattivo pick-pocket e un pessimo detective; ma perchè, se anche gli astanti fossero stati tutti impostori matricolati, tutti prestigiatori come Bosco, e tutti fisici come Edison, non avrebbero potuto fabbricarmi quei fantasmi, tra gli altri quelli da me chiamati, di due defunti della mia famiglia che vennero, fluidici ed incompleti e temporanei, ma viventi, ad abbracciarmi, a baciarmi ed a parlarmi. Nè fantocci dell’Holden, nè compari dell’Hermann possono imitare esseri che sono vivi come noi, ma non fatti come noi, di una sostanza che può aver la robustezza della nostra mano, eppure evanescente, sino a non produrre che una sensazione cutanea come quella d’una tela di ragno o di una densa nebbia; sensazione però che vi fa dir subito: «qui c’è qualcuno!» che vi fa capire cosa sia la sensazione