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che per esperienza sappiamo che può fare), non ne spiega quasi nessuno. Dico che non ispiega, se spiegare significa far capire. E, domandando che mi facciano capire, non pretendo già che mi dicano come la causa assegnata produca l’effetto da spiegarsi; ma solo che assegnino una causa della quale si sappia non solo che in natura esiste, bensì ancora produce effetti simili a quelli che si vogliono spiegare; e che questa causa sia quantitativamente adeguata all’effetto che si vuoi spiegare. Per esempio non crederò che una casa sia caduta perchè vi è stato commesso un delitto, sebbene io sappia che anche i delitti sono in natura; crederò, se mi diranno che è stata schiacciata da un peso (sebbene io non sappia cos’è il peso del corpo che cade, o l’attrazione del corpo verso cui cade); e bisognerà parlarmi di un peso sufficiente, per es. della frana di un monte, o almeno di un metro di neve su un tetto marcio; giacchè non crederò mai che la casa sia caduta perchè un passero si è posato sul comignolo. Io ammetto benissimo che in natura ci sia anche il pensiero incosciente, sebbene sia una cosa tanto incomprensibile come l’attrazione dei corpi; ma non vedo che l’incosciente abbia mai prodotto naturalmente nessuno dei fenomeni che si ottengono cogli esperimenti medianici. Tutto ciò che si può ammettere è che possa contribuire ad alcuni dei fenomeni più elementari; ma sarebbe una causa troppo inadeguata per il complesso di questi fenomeni, specialmente pei più maravigliosi. La ipotesi dell’incosciente del medio non ispiega naturalmente