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4° Per mettere sul tavolo un catino pieno di creta in cui avevamo domandato l’impronta di un volto, e poi anche la sedia che lo sosteneva e che pesa dieci chili, e questo senza muovere la persona, come se mettesse sul tavolo una scatola di zolfanelli, la mano libera dell’Eusapia deve aver una forza molto anormale.
5º Per toccare, non soltanto i vicini, come asserisce il signor Torelli, ma anche persone al terzo e al quarto posto, anche una signora che si era seduta su un sofà lontano dal tavolo, appunto per non essere toccata (come fece a Napoli), - per portare ed agitare un ventaglio sino al soffitto (come fece nel giugno 1891 in casa del dottor Barbieri), - per tirare in sù un tamburello, mentre un uomo abbastanza alto, posto a destra dell’Eusapia, colla mano destra alzata voleva tirarlo in giù, - bisogna che il braccio libero dell’Eusapia possa allungarsi di tre metri almeno.
6° Per tenere in aria un tamburello e picchiarvi su, per prendere un orologio e portarlo all’altezza di un metro almeno sopra il tavolo, montarlo, aprirlo, levarne il vetro rotto, richiuderlo, (tutte cose che si udivano benissimo), poi consegnare il vetro ad uno e l’orologio ad un altro, - non basta aver un braccio lungo e vederci bene; bisogna adoperar due mani.
7° Ho già detto che uno dei compagni del Lombroso a Napoli, credo l’Ascensi, accese di sorpresa uno zolfanello, e vide cadere il campanello che stava sonando per aria, ma non la mano dell’Eusapia. E lo stesso accadde