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che la sua è la regina delle scienze; perchè è segno soltanto che non vede nel regno degli altri.
3° Ma un’altra circostanza comune a tutti i fatti medianici è questa: che manifestano un’intelligenza. I fenomeni medianici intellettuali, come le comunicazioni per mezzo del tavolo, della planchette, dello scritto e della parola, la poesia, la musica, il disegno, manifestano una intelligenza direttamente; i fisici la manifestano indirettamente, in quanto noti sono mai separati dagli intellettuali; così il suono di un campanello o l’avvicinarsi di una sedia potrebbero (non diciamo dovrebbero) esser prodotti da una forza cieca se fossero isolati; ma quando si producono in seguito ad una domanda che facciamo noi o ad una promessa fatta in iscritto a noi, sono segni che c’è un essere il quale comprende e aderisce, ossia un essere intelligente; che la causa non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno.
Anche qui osserviamo che questi fatti non interesserebbero punto il psicologo, se non facessero eccezione alle leggi ordinarie dei fenomeni dell’intelligenza. Ma ecco il fatto strano: il medio dichiara di non essere nemmeno lui l’autore del fatto, di non averne responsabilità, di non essere che uno strumento. Prendiamo ad esempio un medio scrivente: egli asserisce che la sua mano scrive senza che egli lo voglia, e scrive senza che egli sappia cosa scrive; talvolta lo indovina man mano che scrive dai moti che sente nella sua mano: e talvolta aspetta a leggere quando ha finito di scrivere, mettendo gli occhiali,