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possiamo fare soltanto colle nostre membra, come spegner un lume, suonare un campanello, al massimo scrivere una lettera; che le energie si trasformano le une nelle altre, e quindi, se il pensiero è un movimento molecolare del cervello, quest’azione motrice a distanza del pensiero potrebbe essere una trasformazione dell’energia cerebrale; finalmente che il pensiero può essere incosciente, e quindi che un cervello potrebbe esercitare quest’azione motrice a distanza anche pensando incoscientemente;
ma attribuire un moto a distanza ad un desiderio incosciente, cioè ad un desiderio di cui, per definizione, nessuno può sapere se ci sia, è attribuirlo ad una causa molto ipotetica;
e l’attribuirlo ad un desiderio incosciente mentre tutti crediamo aver osservato che non si fa una cosa desiderata senza saper come si fa, o almeno sentir che si fa, o almeno sentir che si desidera, non sembra suggerito dall’esperienza;
e l’attribuire a un desiderio incosciente del medio fenomeni contrarj alla volontà cosciente del medio (e ne ho dato esempj) non sembra conforme all’esperienza;
e l’attribuire a un desiderio incosciente la passeggiata di un grosso mobile, mentre sappiamo che concentrando la volontà cosciente di molti uomini non si riesce a far deviare l’ago magnetico, è attribuire al meno ciò che non può fare il più, è una nuova applicazione dell’omeopatia;