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toccare nemmeno per difenderli, nè pensarci su senza farsi condannare dall’Indice quaranta proposizioni, come è toccato al Rosmini), - opponendosi, dico, in nome di questi dogmi, ad ogni passo innanzi che la ragione ha voluto far fare alla scienza ed alla libertà, che sono le due divinità del nostro secolo. La reazione contro questa bastiglia della ragione umana ci ha indotti tutti ad accettar il criterio della verità secondo Cartesio e a far voto di non creder più che a ciò che fosse evidente come la nostra esistenza. Il che, unito alla volgare incapacità di argomentare dal visibile all’invisibile, ci ha dato l’abitudine dell’incredulità assoluta verso tutti i fatti che possono sembrare segni dell’esistenza di un altro mondo; anzi ha prodotto l’abitudine di una credulità contraria, perchè la nostra gioventù studiosa crede di non poter essere scienziata e liberale senza essere materialista; e crede che Giordano Bruno fosse materialista. Ora la resistenza della maggioranza contro i fenomeni spiritici deriva da quest’abitudine; abitudine che è una forza conservatrice, e che corrisponde a quella che nel mondo inorganico si chiama forza d’inerzia. Ma l’abitudine, sia antica, sia recente, se è una forza, non è però una ragione. E deve cedere, almeno logicamente deve cedere, quando i fatti sono provati da testimonianze, e molte, e concordi, e autorevoli. Il numero deve cedere all’autorità.

Si replicherà che le autorità contrarie sono più numerose che le favorevoli. Ma, domando scusa, autorità contrarie non ce ne sono. Anche questo è un errore