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Volgete a nord-ovest. Era la stessa scrittura. Il capitano del bastimento naufragato narrò che verso mezzodì quell’uomo era caduto in sonno profondo, e si era svegliato mezz’ora dopo, col presentimento che una nave sarebbe venuta in loro soccorso. E quell’uomo diceva: «È strano, ma tutto ciò che vedo su questo bastimento, non mi riesce nuovo».

Io non dico che il lettore deve credere a queste cose; ciò non importa al mio proposito; dico che deve crederci se non vuol attribuire la scrittura diretta degli esperimenti medianici ad uno spirito dell’altro mondo, ma all’incosciente del medio. So anch’io che un uomo senza preparazione scientifica, e fornito solo di senso comune, non ammetterebbe neppure l’esistenza della forza psichica, e direbbe a Lombroso: Prenda pure un esercito, sia di robusti granatieri, sia di donne soggette al grande isterismo, a sua scelta (purchè fra loro non ci sia un medio che invochi uno spirito); e se, concentrando la loro volontà per un giorno, riusciranno ad arrestare per un minuto la sabbia della clessidra come pretendeva di aver fatto lo Zeidler, o a far deviare di un grado l’ago magnetico, o a trasportare un filibus, a muovere un bruscolo, io crederò che la volontà incosciente di alcuni centri cerebrali dell’Eusapia possa far camminare alla luce un mobile che, Ella dice, «pareva un grosso pachiderma». Io non voglio far causa comune col senso comune, che per natura è sempre soggetto alla neofobia, così bene stigmatizzata dallo stesso Lombroso; io ammetto che, sebbene