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vi dovrebbero essere quelle di alcuni che avranno promesso di tornare dopo morti. Or bene, anche senza cercare, ne ho già incontrate alcune, e per es. quella del dottor Knox che, secondo promessa, viene a dire a Owen per mezzo di un medio scrivente: Caro Owen, io vivo ancora! (Nel giornale Light, 1888, pag. 35; un altro caso raccontato dal general Drayson, nello stesso Ligiht del 15 febbraio, 1890). E vi saranno molti esempi simili che non conosco. Ora non voglio affermare che queste siano storie vere; ma mi pare che sia contrario ad ogni logica il sostenere che le ultime sono fiabe appunto perchè confermano le prime. Procedendo con questa logica, se dopo morte mi parrà di sentirmi ancor vivo in qualche modo, dovrò dirmi: «Ohibò! questo non è che un errore, un’illusione prodotta in me da tutte le frottole che mi hanno raccontato quand’ero vivo».
Insomma il ragionamento che fanno è questo: Le comunicazioni medianiche non sono che un’eco della tradizione dell’apparizione dei morti; ma questa è evidentemente falsa; dunque sono false anche quelle. Invece il ragionamento che si deve fare è questo:
1° Nella storia si trovano centinaia di testimonianze, anche autorevoli, di apparizioni di morti;
2° Noi non siamo abbastanza sicuri che nulla sopravvive al cadavere per dire che tutti questi testimoni erano matti o bugiardi;
3° Questa tradizione è poi confermata dall’osservazione di centinaia di testimoni ancora viventi, fra cui alcuni autorevoli;