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troppa furberia, e di far come quei viandanti, nessuno dei quali si fidava di quel signore che, per una scommessa, si era messo sul Ponte Nuovo a vendere dei marenghi per dieci lire; che per non consolarmi a prezzo di un inganno, correva il rischio di affliggermi ed ingannarmi insieme. Ma come fare? Che precauzione doveva prendere la ragione contro i due sentimenti opposti? mi pare che debba esser questa: che, trattandosi di novità così grande, trattandosi di ammettere, non una nuova specie di farfalle, ma l’esistenza di esseri sostanzialmente diversi da tutti quelli che finora conosciamo, non doveva assolutamente ammettere nulla senza prove sufficienti per la ragione sola; ricordandomi col Faraday, citato dal Crookes, che «nulla è troppo maraviglioso per esser vero, purchè sia conforme alle leggi di natura; e di questo è solo giudice l’esperimento».
Concludendo, se l’anima ci sia o no, è cosa che si può credere, ma non si sa. Quindi non si può dire a priori che le comunicazioni coi morti sono impossibili. Resterebbe l’obbiezione che, se pure le anime dei morti ci sono, non possono comunicare con noi; ma questo noi non lo possiamo dire, perchè l’altro mondo non lo conosciamo, e non sappiamo da che finestre o spiragli possa guardar nel nostro. La sola cosa che possiamo dire è che, malgrado le spiegazioni che ci hanno dato i sedicenti spiriti, non sapremmo spiegarci come comunichino. Ma, come dice il Vacquerie, leur existence admise, leur intervention n’est plus qu’un détail.