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del mio amico dottor Luigi Barbieri de Introini; gli astanti erano circa una dozzina, di cui alcuni miei amici, e tutti stimati in Milano come galantuomini; e tutti, salvo uno, (che assistette ad una seduta sola), rimasero convinti della realtà dei fatti medesimi; poichè si intende bene che qui non parlo di teoria spiritica. Io, sebbene convinto, non ero contento, perchè in due sole sedute non si può imparar molto; e perchè, essendo in tanti, non potevo pretendere di star vicino al medio, e di prender sempre io la parola per comunicare con John King, (nome che si dà all’intelligenza occulta che produceva i fenomeni in presenza dell’Eusapia). Quindi approfittai delle vacanze per andar a passare qualche tempo a Napoli, tanto più che non v’ero mai stato, e che mio fratello doveva andarvi per affari. Quivi volli che la prima seduta fosse spesa, non tanto ad ottener fenomeni nuovi od intensi, quanto ad assicurarmi definitivamente della sincerità del medio. Perciò volli che l’Eusapia venisse nella stanza mia: essa non seppe che all’ultimo momento dov’ero alloggiato, e in casa nessuno la conosceva: volli con me una persona per aiutarmi a sorvegliar il medio; e perchè non fosse un compare del medio, ma nemmeno uno di quegli scettici che approfittano dell’oscurità per fare degli scherzi, e rider poi della buona fede degli spiritisti, volli che fosse una persona sola e che quella fosse mio fratello. Ed io tenni sempre la mano sinistra del medio, e mio fratello la destra, mentre noi due ci tenevamo per mano; in queste condizioni, non solo il tavolino si alzò così bene, che ricadendo