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che comprendo perchè lo commettevo anch’io. Anch’io dicevo nel mio Manuale di psicologia che, fino allora non avendo veduto cò miei occhi, dovevo rimettermi agli scienziati; ma che vedendo, contro Zöllner, Crookes, Cox e Wallace che dicevano di sì, Faraday, Carpenter, Huxley e Tyndall che dicevano di no, io non sapeva più cosa dire. Ora è vero che gli scienziati autorevoli che credono a questi fatti sono relativamente pochi, e quelli che non vi credono sono molti; ma nessuno scienziato è autorevole in tutto, bensì soltanto in quello che ha studiato bene. Anche Apelle riconosceva l’autorità del calzolaio fin che si trattava di scarpe; ma non più in sù. Ora gli scienziati autorevoli che credono ai fenomeni medianici, come Zöllner, Crookes e Wallace, non sono autorevoli soltanto nelle matematiche o nella fisica o nelle scienze naturali, ma sono autorevoli anche in fatto di fenomeni spiritici, perchè hanno studiato e sperimentato; mentre quelli che negano non hanno sperimentato niente, perchè credono inutile sperimentare l’impossibile; sicchè nelle loro materie saranno autorevoli, autorevolissimi; ma in fatto di fenomeni spiritici sono, per dirla come il cugino di Don Rodrigo, bastonabili, bastonabilissimi. L’Hartmann, che certo è un bell’ingegno filosofico, e che dice di non negare la possibilità dei fatti, ma in fondo ne nega una buona metà, tutti i fatti fisici, poichè li spiega come allucinazioni, ha la lealtà di confessare a pagina sedici del suo libro sullo spiritismo che personalmente non ha mai preso parte a nessun esperimento; e pretende