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ricordarsi. E convengo che questo rende molto difficili le prove intellettuali dell’identità del defunto. Tanto più diventano difficili se si considera che generalmente agli esperimenti spiritici non prendono parte due persone soltanto; se non posso far la lista delle cose che può o non può sapere il mio incosciente, tanto meno potrò farlo per l’incosciente degli altri, dei quali non posso mai sapere esattamente tutta la storia. Di qui la forza della teoria detta Mary Jane, o teoria dell'intelligenza collettiva. Ma, in primo luogo, se questa teoria non è facile a smentire, gli è solo perchè suppone che il medio e gli astanti non siano giudici competenti di ciò che sanno e di ciò che non sanno, di ciò che pensano e di ciò che non pensano; supposizione ardita e qui frise l’impertinence. E, in secondo luogo, l’ipotesi del pensiero riflesso, che fabbricano sull’altra ipotesi del pensiero incosciente, comincia ad essere un pò complicata. Vedemmo infatti che era già difficile spiegare come il braccio del medio sia mosso dal suo incosciente; ma qui si postula addirittura che sia mosso dal nostro. Anche ammesso l’incosciente, ci sarebbero due passi da fare: suggestione mentale del nostro su quello del medio, e impulso motore di quello del medio sul suo braccio.
5° Tuttavia, per eliminare quest’ipotesi, dobbiamo essere più severi, e domandar al defunto cose che non solo il medio, ma neppure gli astanti possano sapere. Pare che questa condizione ci sia, quando l’intelligenza occulta annuncia cose lontane o future. Così l’Alaux, nè suoi articoli