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la consultazione dei tavoli era già nota a Tertulliano1; la scrittura diretta ha cominciato al convito di Baldassare; la levitazione di Home, come si vede nei fakiri indiani, così era frequente nei santi e nelle streghe2, ed ha cominciato almeno da Simon Mago; l’insensibilità al fuoco, il dono delle lingue, il dono delle guarigioni, la visione del futuro nello specchio, nell’ acqua e nella mano, ecc. sono cose che s’incontrano nei libri vecchi ad ogni piè sospinto. Ora quanto vale la tradizione? Esattamente non si può dire. Ma se da una parte riconosco ancora che non basta da sola a provare delle eccezioni alle leggi naturali note, dall’altra parte non vedo che non si debba tenerne conto. Non basta a provare, perchè ciascuno dei fatti raccontati è, per chi non conosce ancora altra testimonianza che quella della tradizione, non impossibile, ma talmente inverosimile, che il lettore è naturalmente spinto a far come Erodoto quando gli si raccontava che il sole era tornato indietro; e ancora perché i testimoni dei miracoli passati sono morti, e le testimonianze ci sono giunte alterate dalla debolezza della memoria e dalla forza dell’immaginazione. Ma non si può sprezzarla come un valore trascurabile, perché

  1. Apologia, XXIII. — Confronta simili consultazioni in Das automatische Schreiben del dott. Carl da Prel, dallo Sphinx del 90 o del 91, p. 21.
  2. Vedi dott. Carl du Prel. die Hexen und die Medien, nello Sphinx, 1889. — E una lista di levitazioni di santi nelle Forces non définies del col. de Rochas.