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incosciente del medio? Si risponde: colla tradizione. Noi rispondiamo che è un ragionare a rovescio. Il fatto è che la testimonianza delle intelligenze occulte concorda colle testimonianze antiche e odierne sulle apparizioni dei defunti; e se da questo fatto si può argomentar qualche cosa, è che quelle son vere, e, non che questa è falsa. La concordanza non è sempre un segno sicuro di verità; ma è contro ogni logica il prenderla come indizio d’errore. Sarebbe stato giusto l’opporre all’ipotesi di Copernico che poteva esser suggerita dalla tradizione pitagorica, dall’astronomia di Filolao, di Ecfanto e di Aristarco di Samo?
4° A costo di riuscir prolisso, voglio tornar da capo su questo argomento, esaminando una classe speciale di fenomeni spiritici. Parecchi anni or sono, quando non pensavo punto allo spiritismo, studiando il trattato del Brierre de Boismont sulle allucinazioni, vi lessi l’aneddoto raccontato dal Baronio: Marsilio Ficino, il famoso traduttore di Platone, dopo aver passato una sera discorrendo col Mercato sull’immortalità dell’anima, fece il patto con lui che quello dei due che fosse morto pel primo sarebbe tornato, potendo, a dir all’altro se ciò che si raccontava dell’altro mondo era vero. Parecchio tempo dopo, essendo il Mercato in altra città ché il Ficino, si sentì chiamar dalla via, corse alla finestra, e vide il Ficino, che passava correndo a cavallo e, salutandolo colla mano, gli gridava: Vera sunt illa! E in quell’ora appunto il Ficino moriva.