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ben informato è l’assassino, il quale certamente non è interessato a rivelar nulla.

Ma il caso non è ancora dimostrativo, perchè potrebbe trattarsi di rivelazione telepatica involontaria prodotta precisamente dal rimorso del colpevole. Una tale ipotesi parrà strana; ma sarebbe sempre meno strana che la rivelazione di un defunto. E ci sarebbe poi, fra le storie di apparizioni di viventi, un esempio, che la Crowe (Nightside of Nature, p. 183, ss.) pone fra i più straordinari e insieme fra i più autentici, in cui l’apparizione non può esser prodotta che dal rimorso di un colpevole. Glasgow era una volta città molto più pia di adesso; tanto che appositi ispettori andavano attorno la mattina della domenica, per vedere se alcuno stava lontano dalla santa Messa. Una mattina trovarono un giovane sdraiato sull’erba; essi riconobbero in lui, di pieno giorno, un assistente chirurgo, che conoscevano benissimo; il giovane, invece di badare alle loro osservazioni disse: «Io sono un miserabile; guardate nell’acqua»; e s’allontanò. Essi trovarono nell’acqua il cadavere di una giovane donna, incinta, colla quale era noto che il giovane aveva avuto relazione intima; ed era stata evidentemente uccisa con uno strumento da chirurgo; e quel giovane era stato l’ultima persona che si fosse veduta colla vittima. Questo era certamente, come direbbe Molière, un cas pendable. Ma in tribunale mancò la prova più importante, cioè quella della confessione del colpevole; perchè egli provò un alibi indiscutibile; egli provò, dice la Crowe, in modo da escludere