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Questa lettera, da parte di un uomo come il Crookes, è il più grave documento ch’io conosca contro lo spiriritismo. E il peggio si è che, avendogli io scritto, mi ha risposto che oggi ancora egli è allo stesso punto. Si dovrebbe dunque dire che è proprio vero che i defunti non vivono più che nella nostra memoria.
Ma ora facciamo come Carneade, e sosteniamo il contrario. Audiatur et altera pars.
1º Molte di queste obbiezioni derivano da premesse false, da errori di fatto, dall’ignoranza della letteratura spiritica o da osservazione troppo scarsa e superficiale dei fenomeni medianici. Intanto non è vero che le sedute spiritiche siano monotone; sono più monotone le sedute ordinarie colla maggior parte dei viventi; pochi sono gli uomini che discorrendo stiano in carreggiata; che sappiano ascoltarvi; che dicano cose le quali valgano la pena di esser ascoltate. Non è vero che i fenomeni fisici siano ridicoli; può parer ridicolo che la Katie King faccia all’Aksákow l’apporto di una salsiera dalla cucina; ma non lo sono certamente gli apporti di fiori. Non è ridicolo il comunicare coi picchj d’un tavolino, quando non c’è altro modo di comunicare; i picchj del telegrafo non sono ridicoli; e gli spiriti non possono picchiare cogli armadj, che sono pesanti e ci obbligherebbero a star in piedi; nè colle sedie, perchè dovremmo sederci in terra; e del resto ci dicono sempre di pigliar una matita, e aver pazienza finchè si siano esercitati a scrivere colla nostra mano. Non è vero che le comunicazioni siano