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alle leggi di natura non porta che ragionino anche le bestie, che sentano anche le piante, e che vivano anche le pietre, e che, se esistono degli spiriti, si debba darne uno ad ogni corpo, ed a nessuno. Così pure, se in un certo senso è vero che la natura non fa salti, in un altro è vero che non potrebbe camminare se non facesse dei salti. Non sale ad alcun grado superiore senza aver percorso tutti gradi intermedii; ma salendo questa scala passa per certi gradi in cui si presentano delle novità assolute. Il ghiaccio, riscaldato fino a un certo grado, fa un salto e diventa acqua; l’acqua fa un altro salto quando diventa vapore. La prima cellula è stato un salto della natura il primo filamento nervoso, un altro salto; la prima parola un salto; l’alfabeto un salto; la stampa un salto. L’evoluzione non fa che preparar delle rivoluzioni; nessuno negherà che, e nella natura e nella società umana, vi siano valanghe, terremoti, cicloni e diluvii, sebbene siano preparati da graduali raffreddamenti, sedimenti, ecc. Vi sono effetti improvvisi di cause continue. Perchè non può esserci stato un salto dalla materia allo spirito?

Poi non so perché l’evoluzione di ciò che vediamo renda impossibile l’evoluzione di ciò che non vediamo; perchè l’evoluzione di organismi che si compongono e si disfanno renda impossibile quella di spiriti che conservino la loro individualità; perchè non sarebbe possibile una specie di metempsicosi progressiva e trasformista, come sembra che la concepissero Empedocle fra i gentili, Origene e Basilide fra i padri della Chiesa, Leibnitz e Bonnet fra i filosofi moderni.