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permesso un’osservazione poco rispettosa verso John, questi le lasciò andare uno schiaffo, pel quale essa gridò, e di cui si udì il rumore e poi si vide la traccia.
Mi pare che ciò dovrebbe bastare, non solo al senso comune, ma anche al buon senso (che in fin dei conti è suo figlio, sebbene, appunto per ciò, in progresso sul padre), come prova che non tutti i fattori dell’operazione magica sono nel medio. Un apporto è una cosa maravigliosa; ma se il medio, senza averne la scienza, nè la coscienza, nè la volontà, lo producesse da solo, sarebbe una seconda e maggiore meraviglia.
4° Ma poi c’è questo: che la volontà sola del medio non ottiene alcuna di queste cose. Anche l’Eusapia, se vuole una sedia, bisogna che se la pigli. Il medio dice di non ottener queste cose che chiamando in aiuto una spirito. Ed anche noi, credenti o no, non possiamo ottenerle che seguendo l’esempio del medio, e parlando alla spirito come se ci fosse. Prima condizione dell’operazione magica è la presenza di un medio: ma un’altra condizione costante, di cui bisogna tener conto nell’interpretazione dei fatti, è l’invocazione di uno spirito.
5° Poi c’è quest’altro: questi fatti, che non dipendono dalla volontà del medio, dipendono però manifestamente da una volontà intelligente. Intelligente, perchè spesso fa ciò che domandiamo, il che prova che ha capito la domanda; così in una stessa sera ci ha portato, a richiesta, una sedia, un ventaglio, ed un catino pieno d’acqua. Intelligente, perchè fa delle cose che sono evidentemente