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possono esser frottole belle e buone; ma possono non esserlo. Io le trovo ad ogni modo assai meno strane che gli apporti dei fiori fatti dall’incosciente del medio. Se un’altro mondo esiste, (e questo è il punto in questione), io non vedo perché non sarebbe così.
Finalmente, c’è un’altra cosa non incredibile; ed è che a certe comunicazioni ci siano degli ostacoli morali, che certe cose sian loro vietate, o da Dio, o da una migliore cognizione del nostro bene, o da altro. Si capisce perciò che uno spirito mi abbia risposto: Mio caro, le colpe degli altri io non le voglio dire. Si capisce che quando uno li interroga per trovar un tesoro nascosto, gli facciano una burla. Possono esser tutte scuse inventate dalle intelligenze occulte per farci credere che sono i defunti, mentre sono cervelletti che funzionano indipendentemente dai cervelli dei loro proprietarj, ma può esserci del vero. Quando parlano dell’altro mondo, noi non abbiamo il dovere di credere, ma nemmeno il diritto di negare.
III. Ma credo che la rarità e la povertà delle buone prove sia da attribuirsi sopratutto a nostra colpa. Se i morti si fanno vedere, si crede ad un’allucinazione e si chiama il medico; se picchiano nelle pareti e suonano i campanelli, si crede a una burla, e si avverte la polizia; se ci par che sia vero, ci spaventiamo. Socrate e gli altri che hanno avuto un genio famigliare si dicono matti. Le streghe si bruciavano. I medj si perseguitano. Negli Annales des sciences psychiques dello scorso anno c’è la