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prova che l'io sia semplice; anche l’acqua, anche il color bianco ci paiono semplici, e non lo sono. Non si capisce come il cervello essendo composto, possa pensare; ma non capisco nemmeno come possa pensare uno spirito semplice, senza parti; pensare vuol dire metter l’unità in una molteplicità; collo spazio non si comprende più l’unità di coscienza, il confronto; ma senza spazio non c’è più posto per la molteplicità. Se vi sono delle idee innate o che l’esperienza non può spiegare, degli istinti che ci guidano a far bene certe cose utili come se le avessimo imparate da un pezzo, ciò si può spiegar coll’eredità, senza bisogno di supporre che abbiamo già vissuto altre volte. E se gli uomini continuano a studiare come se potessero tener sempre a memoria, e a lavorare come se potessero conservare i loro risparmi, ciò si può spiegare coll’abitudine e coll’amor della famiglia, senza supporre il presentimento di una vita futura.

Poi è favorevole la morale; anzi l’immortalità è un postulato della morale od almeno di un concetto morale dell’universo; perchè, se non c’è che questa vita, nella quale non c’è felicità, nè giustizia, nè utilità per gli individui, (e quindi nemmeno per la specie, che è composta dagli individui), ha ragione il pessimismo di Schopenhauer e di Hartmann; l’universo si risolve in un tormento senza scopo della materia, tormento rinnovato e moltiplicato nei miliardi d’individui in cui la materia si fraziona; cosa che pare improbabile, perchè dalla natura è pur uscito il nostro cervello colla ragione, colla scienza e