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incorporea, la quale serve d’intermediario fra lo spirito e il corpo; che confondendo il loro perispirito con quello di certi viventi che noi chiamiamo medii, e coi quali i loro fluidi possono combinarsi, possono adoperare l’energia dei viventi, che esse non hanno, in un modo che i viventi non sanno. Saranno fole; ma queste fole sono circostanze che fanno sempre parte del fatto; sono costantemente concomitanti dell’operazione magica.

6° Poi c’è quest’altro: che fenomeni analoghi a questi fenomeni medianici sono soltanto quelli attribuiti ai santi, alle streghe, ai fakiri; per esempio la levitazione, che a tutti questi si attribuisce. Ma questi non possono servire a spiegare per analogia i fenomeni medianici, perchè precisemente sono anch’essi medianici. Voglio dire che santi, streghe, fakiri, e simili, senza essere medii spiritici della scuola di Allan Kardec, i quali attribuiscono tutto alle anime dei defunti, sono però medii in quanto non hanno mai detto nè dicono di produr questi fenomeni con arte alcuna o colla sola volontà loro, ma coll’assistenza di spiriti, siano poi di defunti o di non nati, di uomini o di esseri sovrumani. I santi attribuivano i loro miracoli all’assistenza degli angeli ed alla grazia divina, le streghe ai demoni a cui avevano venduto l’anima; si dice che i fakiri li attribuiscano a spiriti elementali, a larve, lemuri, e folletti; ma il fakiro, che aveva fatto vedere a Jacolliot, console di Francia nelle Indie, a seminare una pianta (di cui Jacolliot stesso aveva scelto il seme), e a farla crescere in una mezz’ora, pregato di comunicare il suo segreto,