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sono anche apparizioni di un vivente a sè stesso; leggete la Deuteroscopia di Horst. Göthe e Shelley hanno veduto il loro doppio; cercate nelle loro biografie. Pure a queste cose nessuno credeva; io non sapeva neppure che ci fosse anche questa superstizione. Ma ecco che alcuni bravi Inglesi della Società per le ricerche psichiche, società composta delle persone più serie che si possano desiderare, s’è messa all’opera di convincere il pubblico della realtà della telepatia, ed ha pubblicato due volumi, intitolati Phantasms of the Living, in cui vi sono 679 (dico seicentosettantanove) casi di apparizioni; e non sono casi raccolti dai libri vecchi, dalle leggende dei santi e dalle capanne dei montanari; sono apparizioni avvenute a generali, magistrati, sacerdoti, artisti, signore, ancora viventi, dei quali i più hanno permesso agli autori del libro di pubblicare il loro nome col loro indirizzo, o di dirlo privatamente, e di verificare e documentare le loro asserzioni come se potessero esser sospette di malafede. S’intende bene che non hanno citato tutte le apparizioni, anche quelle che potevano essere puramente soggettive; altrimenti ne avrebbero citate delle migliaia: hanno citato soltanto le apparizioni che indicavano un fatto realmente accaduto al vivente, ed accaduto simultaneamente all’allucinazione o almeno prima che il fatto si potesse conoscere altrimenti, e che perciò dovevano esser prodotte da un’impressione esterna. Se (caso 341), il comandante Aylesbury, in pericolo di affogare, chiamava sua madre, e vedeva questa colle tre sorelle di lui, tutte sedute a