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sue notizie, e svegliandosi le comunica alla moglie; e il marito al ritorno riconobbe nel mago la persona con cui aveva discorso in quel caffè. Che più? La telepatia o meglio telefania sperimentale fu tentata a Londra dal Keulemans e da altri; si vedano le Hallucinations télépathiques, pagina 32, SS. (cfr. Aksákow, p. 616).
L’altra specie di apparizione magica del vivente è la citazione, ossia l’apparizione forzata di un vivente, cioè l’evocazione dello spirito, non dalla tomba, ma da un corpo vivente. A crederne la Blavatsky, fonte delle più sospette, con quest’arte si sarebbero commessi nientemeno che degli assassinj1.
Ora le allucinazioni telepatiche permettono di fare allo spiritismo un’obbiezione alla quale esso deve rispondere. Se vi può essere un fantasma del vivente (il suo double o Doppelgänger), i fantasmi che appariscono negli esperimenti medianici possono essere fantasmi di viventi. Ossia, quando non c’è impostura o allucinazione, ci sarà telepatia. Cosa strana, nessuno ha fatto sentire la forza di questa obbiezione quanto l’Aksákow, che è proprio uno dei generali in capo dello spiritismo. Egli cita (617, ss.) apparizioni di viventi in numero molto minore della raccolta
- ↑ Vedi la citazione medianica di un dormente in Aksàkow, 591 — Miss Marriat, nel suo curiosissimo libro, There is no Death, Londra, 1890, p. 41, pretende di aver sempre avuto il potere di chiamar al tavolino gli spiriti dei viventi, anche svegli. Ma in questo caso, dice Allan Kardec, il vivente si addormenta.