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suo vicino di destra che gli teneva le mani; prendeva un orologio sul tavolo, lo portava per aria, lo montava, lo apriva, ne levava il vetro rotto, lo portava all’orecchio degli astanti; ed agiva anche a maggiore distanza, portandoci due volte dei fiori dalla finestra aperta; — 2o nella penombra, picchiava forte alzando ed abbassando il giogo di una bilancia a bascule, alla distanza di più di un metro dal medio; — 3° alla luce di una candela, che avevamo sul tavolo, mentre Lombroso e il prof. S. tenevano il medio, una sedia di 10 chilogrammi, a 30 o 40 centimetri di distanza dal medio, veniva ripetutamente ad urtare il tavolo, si alzava su due piedi, e pareva proprio che facesse degli sforzi per salire sul tavolo.</ref>. E coll’Eusapia Palladino cento altri prima di loro hanno veduto molto di più, i quali non l’hanno detto o non furono creduti. E mille altri hanno veduto di più con altri medii in America e in Inghilterra. Ma per saperlo bisogna che il lettore legga i libri spiritici. Che se non si fida neppure della loro testimonianza (del che non avrei diretto di fargli colpa, perchè non mi fidavo neppur io), faccia come me, vada a Napoli, sperimenti sette od otto volte colla Palladino, da solo a sola, o coll’aiuto di un fratello, o con quello di due o tre persone di cui possa fidarsi, e si convincerà. E se anche dopo aver veduto non vorrà credere ed attribuirà tutto ad impostura del medio ed allucinazione degli altri, non mi farà stupire, perchè non sarebbe certamente il primo; ma non vada avanti a leggermi. Del resto credo che un lettore simile non mi avrebbe seguito fin qui.

4º I fatti poi, che possiamo raccogliere in una