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ha alcuna prova che abbia proceduto cogli stessi scrupoli che la Societa dialettica di Londra, la quale ha concluso in senso contrario.

Se certi spiritisti sono veramente, come dice il Tyndall, in uno stato d’animo contro cui le prove non possono nulla, viceversa lo stato d’animo degli oppositori ostinati si comprende, per esempio, leggendo nella protesta del Weber in favore dello Zöllner, che, a proposito delle meteoriti scoperte dal Chladni, il De Luc aveva detto «Quand’anche le avessi vedute cadere ai miei piedi, non vi crederei!». E leggendo nell’Ochorowicz: «Quali sono i limiti della natura? per esempio, una lastra metallica può, sì o no, parlare come un uomo? Bouillaud, che non era un uomo qualunque, diceva di no; che l’ammettere un fatto simile sarebbe come sconvolgere tutte le nozioni della fisiologia. E lo diceva davanti al fonografo di Edison, in piena accademia, e prese pel collo il disgraziato interprete del celebre inventore americano, accusandolo di ventriloquio». Esattamente come quel selvaggio che credeva che nella macchina a vapore fosse nascosto un cavallo. Così non so più qual professore, al quale il Cesalpino aveva mostrato nel cadavere, in pieno anfiteatro, non so qual nervo o muscolo di cui si dubitava, rispondeva da uomo ostinato ma educato: «Voi mi avete fatto vedere così bene, che, se non fosse di Aristotile, quasi quasi crederei». Questo stato d’animo può forse spiegare il giudizio del Comitato dell’Università di Pensilvania.