Rime di Vittorio Alfieri scelte e commentate (1912)/Indice
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INDICE
Prefazione |||
Pag. 5
Rime varie.
I. |||
La lotta di Ercole e di Antèo |||
II. |||
Loda le bellezze di una signora |||
III. |||
Loda la fronte della signora |||
IV. |||
Si pente di essere stato scortese con la sua donna |||
V. |||
Parla una madre, canzone |||
VI. |||
Sospiri d’amore, canzone |||
VII. |||
Invettiva contro Roma |||
VIII. |||
Alla Morte |||
IX. |||
Non cesserà mai di amare la Contessa |||
X. |||
Dinanzi ad una statua di Venere |||
XI. |||
Meraviglie prodotte dall’apparire della sua donna |||
XII. |||
Non è possibile dire che cosa sia l’anima |||
XIII. |||
Vestirà d’or innanzi sempre di nero |||
XIV. |||
Si duole perché non può andar dalla sua donna |||
XV. |||
Povero vuol essere il Poeta, ma libero |||
XVI. |||
Loda gli occhi della sua donna |||
XVII. |||
Le parole non valgono ad esprimere il suo affetto |||
XVIII. |||
Amò altre volte, ma senza che Amore gli ispirasse nulla di buono |||
XIX. |||
Gli piace il volto e piú ancora l’animo della sua donna |||
XX. |||
Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio |||
XXI. |||
Non è vero quello che la Contessa dice: amar egli solamente le Muse |||
XXII. |||
L’annoia lo sdottorare de’ forestieri che càpitano in Italia |||
XXIII. |||
È geloso, e perché |||
XXIV. |||
Altri tempi, altri uomini |||
XXV. |||
La morte di Alessandro il Macedone |||
XXVI. |||
Contro la propria avarizia |||
XXVII. |||
Ad una danzatrice |||
XXVIII. |||
Disperazione, e speranza |||
XXIX. |||
Vorrebbe l’aspetto della Natura conforme al suo stato doloroso |||
XXX. |||
Dinanzi al Mosè di Michelangelo |||
XXXI. |||
La cupola di San Pietro |||
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XXXII. |||
L’America libera, odi:|||
Ode prima |||
Ode seconda |||
Ode terza |||
Ode quarta |||
Ode quinta |||
XXXVII. |||
Come scriverà, d’ora innanzi, le sue tragedie |||
XXXVIII. |||
A Dante Alighieri |||
XXXIX. |||
Alla Repubblica di Venezia |||
XL. |||
Lontano dalla sua donna, rivolge a lei il suo pensiero |||
XLI. |||
Alla casa del Petrarca |||
XLII. |||
Al Petrarca, intorno alle sue pene d’amore |||
XLIII. |||
Al sepolcro di Lodovico Ariosto |||
XLIV. |||
Vorrebbe ritrarsi dal mondo, ma non può, finché resti la sua donna in mezzo alle pene |||
XLV. |||
Anela il termine delle sofferenze sue e della sua donna |||
|||
XLVI e XLVII. Vorrebbe che la natura gli fosse compagna nel dolore; ma, se potrà vivere con la sua donna, essa gli sembrerà piú bella |||
XLVIII. |||
Alla malinconia |||
XLIX. |||
La sua donna è di nobile sangue, ma piú brilla per le proprie virtú |||
L. |||
È privo di notizie della sua donna, e se ne dispera |||
LI. |||
Chiede a sé come possa aver vòlto il pensiero ad altra donna |||
LII. |||
Al cavallo Fido, appartenuto alla sua donna |||
|||
LIII e LIV. Al Pallio di Siena |||
LV. |||
Alla città di Genova |||
LVI. |||
Vorrebbe lasciare per sempre l’Italia, ma non può: vi è la sua donna |||
LVII. |||
Non trova pace in nessun luogo |||
LVIII. |||
Non ispera da’ suoi versi altra fama che di sincero amatore |||
|||
LIX e LX. Ai luoghi abitati un tempo dal Petrarca |||
LXI. |||
Sua infelicità, lontano dalla Contessa |||
LXII. |||
Effetti d’amore collocato in degna persona |||
|||
LXIII e LXIV. Presso l’Abbadia di Grenoble |||
|||
LXV e LXVI. Che cosa ormai lo tenga in vita |||
LXVII. |||
Il globo areostatico |||
LXVIII. |||
Lingua umana non può adeguatamente lodar la Contessa |||
LXIX. |||
Vorrebbe cantar d’altro che della sua donna, ma non può |||
LXX. |||
In Inghilterra nessuno comprende le sue pene |||
LXXI. |||
Tornando in Italia |||
LXXII. |||
Nemmeno i cavalli gli dànno diletto, privo della sua donna |||
LXXIII. |||
Qual sia, da quattordici mesi, la sua vita |||
LXXIV. |||
Alla sua donna, che lo rimproverava di freddezza |||
LXXV. |||
Meravigliosi effetti suscitati dalla vista della Contessa a Baden |||
LXXVI. |||
Pene d’amore |||
LXXVII. |||
Sullo stesso soggetto |||
LXXVIII. |||
Che fu nel passato, che presentemente sia |||
LXXIX. |||
Piaceri senesi |||
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|||
LXXX e LXXXI. Trionfo d’amore |||
LXXXII. |||
Capitolo a Francesco Gori-Gandellini, su la custodia dei cavalli |||
LXXXIII. |||
Bellezze della lingua toscana |||
LXXXIV. |||
Vede nel pensiero la sua donna che lo aspetta |||
LXXXV. |||
Sulle infelici condizioni dell’Italia |||
LXXXVI. |||
Soffre, pur avvicinandosi al luogo ov’è la sua donna |||
LXXXVII. |||
Sullo stesso soggetto |||
LXXXVIII. |||
Avvicinandosi alla sua donna, si sente rinascere il coraggio |||
LXXXIX. |||
Paragona la purezza del Reno con la purezza della sua donna |||
XC. |||
Gioisce e soffre nell’avvicinarsi alla sua donna |||
|||
XCI e XCII. Per la morte dell’amico Gori Gandellini |||
XCIII. |||
Nuova lontananza e nuovi dolori |||
XCIV. |||
Deboli speranze e dolore certo |||
XCV. |||
Per un cane inviatogli dalla sua donna |||
XCVI. |||
Riceve col pensiero la sua donna |||
XCVII. |||
Dolore e speranza |||
XCVIII. |||
Ancora per Francesco Gori-Gandellini |||
XCIX. |||
A Pisa, col tempo cattivo |||
C. |||
Ha una dolce visione della sua donna |||
CI. |||
Ancora all’amico Francesco Gori |||
CII. |||
Lo tiene in vita solamente forza d’amore |||
CIII. |||
Dolore per la lontananza della sua donna |||
CIV. |||
Un brutto scherzo di Frontino |||
CV. |||
Letizia di Achille perché sta per rivedere la Contessa |||
CVI. |||
Vizi e virtú degli Italiani |||
CVII. |||
Contro la lentezza dei vetturini tedeschi |||
CVIII. |||
Ricordanze |||
|||
CIX e CX. La malattia di Fido |||
CXI. |||
Gli dànno vita il desiderio della gloria e l’amore |||
CXII. |||
Triste condizione dell’uomo di liberi sensi nato in terra schiava |||
CXIII. |||
Lo confortano, nella solitudine invernale, i suoi studi e la sua donna |||
CXIV. |||
Per la soppressione dell’Accademia della Crusca |||
CXV. |||
La morte di Frontino |||
CXVI. |||
Mestizia per la lontananza della sua donna e per la propria malattia |||
CXVII. |||
Ancóra mestizia |||
CXVIII. |||
Nella imminenza della morte di Federico II di Prussia |||
CXIX. |||
Dinanzi al ritratto de’ quattro grandi poeti italiani |||
CXX. |||
Nell’anniversario del Giuoco del Ponte |||
CXXI. |||
Perché ami la sua donna |||
CXXII. |||
È lieto di non aver mai posto il suo affetto in donne francesi |||
CXXIII. |||
Il proprio ritratto |||
CXXIV. |||
La Contessa gli tien luogo di tutto il mondo |||
CXXV. |||
Ira e mestizia |||
CXXVI. |||
La morte di Annibale |||
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CXXVII. |||
Tormenti amorosi |||
CXXVIII. |||
Perché ami la solitudine |||
CXXIX. |||
Alla madre, che aveva perduto un figliuolo |||
CXXX. |||
Per Achille |||
CXXXI. |||
Nella solitudine della selva |||
CXXXII. |||
È incerto, se rimanere o no a Parigi |||
CXXXIII. |||
Ritorno alla vita |||
CXXXIV. |||
Perché abbandonò la città nativa |||
CXXXV. |||
Mentre corregge le bozze delle tragedie |||
CXXXVI. |||
Per il sepolcro del Tasso |||
CXXXVII. |||
La bellezza femminile |||
CXXXVIII. |||
La fortuna |||
CXXXIX. |||
Dinanzi ad un mulino |||
CXL. |||
Ostacoli che si oppongono allo scriver liberamente |||
CXLI. |||
Conforto al noioso lavoro gli è l’amore della sua donna |||
CXLII. |||
Amore del poeta per ciò che ha scritto |||
CXLIII. |||
Capitolo ad Andrea Chénier |||
|||
CXLIV e CXLV. Parigi sbastigliato, ode |||
CXLVI. |||
Che cosa guadagni chi scrive |||
CXLVII. |||
Tentò ogni genere letterario, in tutti gli pare di aver fallito |||
CXLVIII. |||
Tentò ogni genere letterario, eccetto la storia |||
CXLIX. |||
Perché da qualche tempo non scriva piú versi |||
CL. |||
Lo agita il pensiero che la sua donna debba morire prima di lui |||
CLI. |||
Ad una tortorella |||
CLII. |||
Che sia il Poeta |||
CLIII. |||
Alla madre |||
CLIV. |||
Rivedendo un’antica sua fiamma |||
CLV. |||
Superiore ad ogni altro è il linguaggio d’Italia |||
CLVI. |||
Ritornando in Italia |||
CLVII. |||
Sullo stesso soggetto |||
CLVIII. |||
A Firenze |||
CLIX. |||
Compiendo il quarantacinquesimo anno |||
CLX. |||
Per la malattia dell’Abate di Caluso |||
CLXI. |||
Umane chimere |||
CLXII. |||
Si vergogna della propria ignoranza |||
CLXIII. |||
Nulla di nuovo al mondo |||
CLXIV. |||
Piccoli e grandi dolori |||
CLXV. |||
Leggendo l’Iliade |||
CLXVI. |||
Ricordi |||
CLXVII. |||
Vorrebbe cessar dallo scrivere, e non può |||
CLXVIII. |||
Per un dono avuto |||
CLXIX. |||
A quarantaquattro anni |||
CLXX. |||
Ad una improvvisatrice |||
CLXXI. |||
Ad un improvvisatore |||
CLXXII. |||
Chiede di esser considerato, per il linguaggio, fiorentino |||
CLXXIII. |||
Si duole di non aver unito agli scritti l’azione |||
CLXXIV. |||
Alla Poesia |||
CLXXV. |||
Ancóra leggendo l’Iliade |||
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CLXXVI. |||
Non può frenarsi dallo scrivere |||
CLXXVII. |||
Tutto in Toscana l’invita a scrivere versi |||
CLXXVIII. |||
Al proprio stemma |||
CLXXIX. |||
Il culto cattolico |||
|||
CLXXX e CLXXXI. Il vero e il falso uomo libero |||
CLXXXII. |||
Desidera che la morte lo colga insieme con la sua donna |||
CLXXXIII. |||
Alla speranza |||
CLXXXIV. |||
Confessa la propria incostanza in amore |||
CLXXXV. |||
Difficoltà dell’apprendere il parlare toscano |||
CLXXXVI. |||
Piaceri della solitudine |||
CLXXXVII. |||
Conforta la Signora a sopportare coraggiosamente la povertà |||
CLXXXVIII. |||
Ricordando la fuga da Parigi |||
CLXXXIX. |||
Alla Contessa, che stava dipingendo il ritratto del Poeta |||
CXC. |||
Alla Signora Teresa Mocenni in morte del cavaliere Mario Bianchi |||
CXCI. |||
Non serví, scrivendo, che alla Verità |||
CXCII. |||
Offre ad Asti i suoi libri |||
CXCIII. |||
Come il sapiente accoglie la morte |||
CXCIV. |||
Al Sig. Francesco Fabre |||
CXCV. |||
Libertà francese |||
CXCVI. |||
Ogni uomo teme naturalmente la Morte |||
CXCVII. |||
Alla malinconia |||
CXCVIII. |||
Sosterrà impavido i rigori dell’avversa fortuna |||
CXCIX. |||
Si prepara serenamente alla morte |||
CC. |||
Che sia Patria |||
CCI. |||
Stima sua gloria essere fra i primi perseguitati |||
CCII. |||
Teleutodia |||
Dal «Misogallo».
Avviso al lettore |||
Invocazione |||
Proemio |||
Sonetto V |||
Sonetto VIII |||
Sonetto XII |||
Sonetto XIV |||
Epigramma IV |||
Sonetto XVI |||
Sonetto XVII |||
Sonetto XVIII |||
Epigramma VII |||
Sonetto XXII |||
Epigramma VIII |||
Sonetto XXVI |||
Epigramma XIV |||
Sonetto XXVII |||
Pag. 219
Sonetto XXVIII |||
Sonetto XXIX |||
Sonetto XXXV |||
Sonetto XXXVI |||
Epigramma XVIII |||
Epigramma XX |||
Epigramma XXV |||
Epigramma XXXII |||
Epigramma L |||
Epigramma LXI |||
Sonetto XLI |||
Conclusione |||
Dalle «Satire»
I. |||
I Re |||
IV. |||
La Sesqui-plebe |||
V. |||
Le leggi |||
VI. |||
L’educazione |||
VIII. |||
I pedanti |||
IX. |||
I viaggi |||
Parte I |||
Parte II |||
XVI. |||
Le donne |||
Dall’«Etruria vendicata»
Sunto del poemetto |||
Dagli «Epigrammi»
Epigrammi |||
I e II. Sonet d’un Astesan an difeisa dl stil d’ soe Tragedie |||
Epigramma |||
III |||
» |||
IV |||
» |||
V |||
» |||
VI |||
» |||
VII |||
» |||
VIII |||
» |||
IX |||
» |||
X |||
» |||
XI |||
» |||
XII |||
» |||
XIII |||
» |||
XIV |||
» |||
XV |||
» |||
XVI |||
Indice dei nomi |||