Rime varie (Alfieri, 1912)/CLXXVIII. Al proprio stemma
Questo testo è completo. |
Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CLXXVIII. Al proprio stemma
◄ | CLXXVII. Tutto in Toscana l'invita a scrivere versi | CLXXIX. Il culto cattolico | ► |
CLXXVIII.1
Al proprio stemma.
L’adunco rostro, il nerboruto artiglio,
Le poderose rapide sonanti
Ali, e il fiso nel Sole ardito ciglio,
4 Son dell’aquila prode alteri vanti.2
Da tal nobile augello io ’l nome piglio:
Forse i miei prischi l’aquile tonanti,3
Che vincitrici fero il Ren vermiglio,4
8 Portaro un dí, sotto l’acciar sudanti.
Donde ch’ei nasca, egregio è il nome ed alto;5
Mi è grato; io ’l pregio; e il sosterrò, se basto,
11 Con ali e rostro e artigli e cuor di smalto.6
Già di affissare in lui miei sguardi il casto
Febo mi diè: chi muoverammi assalto,
14 S’anco Giove mi affida il fulmin vasto?7
Note
- ↑ Nel ms: «13 febbraio. In Boboli».
Lo stemma di casa Alfieri, di indubitabile origine ghibellina, reca un’aquila con gli artigli insanguinati e col motto: Hostili sic tincta cruore. L’A., considerando tale arma, credette, ed ebbe piacere di credere, che il suo cognome derivasse da aquilifer, il portatore dell’insegna guerresca nelle legioni romane, mentre alcuni storici, il Cibrario, il Claretta, il Gorrini, gli assegnarono un’origine piú recente, facendolo derivare da alfiere, colui che nel medio-evo portava l’insegna del Comune. Tale questione non trovò il proprio Edipo, se non quando il Carducci ebbe pubblicata la sua ode Il Piemonte ed ebbe scritto, prendendo le mosse da questo sonetto dell’A., ed accettando l’opinione del Poeta intorno al suo casato:- Venne quel grande, come il grande augello
- ond’ebbe nome; e a l’umile paese
- sopra volando, fulvo, irrequïeto,
- — Italia Italia —
- egli gridava a’ dissueti orecchi,
- a i pigri cuori, a gli animi giacenti:
- — Italia, Italia — rispondeano l’urne
- d’Arquà e Ravenna.
- ↑ 4. Vanti, pregi.
- ↑ 6. I miei prischi, i miei antenati — Le aquile erano le insegne delle legioni romane.
- ↑ 7. Che tinsero di sangue le onde del Reno, forse allorché Cesare combatté nella Gallia.
- ↑ 9. Donde ch’ei nasca, non era dunque certo l’A. della sua origine romana. — Alto, glorioso: nell’Autobiografia (I, 1°), scritta anch’essa, come questo sonetto, quando dall’animo dell’A. era sbollito l’antico odio contro la nobiltà, che gli aveva ispirate crude parole nel libro della Tirannide, cosí si esprime il Poeta, parlando della propria famiglia: «Il nascere della classe dei nobili mi giovò... moltissimo per poter poi, senza la taccia di invidioso e di vile, dispregiare la nobiltà per se sola, svelarne le ridicolezze, gli abusi ed i vizi; ma nel tempo stesso mi giovò non poco la utile e sana influenza di essa, per non contaminare poi mai in nulla la nobiltà dell’arte che io professava».
- ↑ 11. Cuor di smalto, imperterrito, indomabile.
- ↑ 14. Vasto, mi par aggettivo posto unicamente per ragion di rima accanto a fulmine: il fulmine potrà essere scrosciante, tremendo, ma vasto? Se non significa scrosciante per largo spazio.