Rime varie (Alfieri, 1912)/XXXVIII. A Dante Alighieri
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XXXVIII. A Dante Alighieri
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XXXVIII [liii].1
A Dante Alighieri.
O gran padre Alighier, se dal ciel miri
Me tuo discepol non indegno starmi,
Dal cor traendo profondi sospiri,
4Prostrato innanzi a’ tuoi funerei marmi;
Piacciati, deh! propizio ai be’ desiri,
D’un raggio di tua luce illuminarmi.
Uom, che a primiera eterna gloria aspiri,
8Contro invidia e viltà de’ stringer l’armi?2
Note
- ↑ Allontanatosi da Roma nel 1783, dopo tre settimane di soggiorno in Siena, avvicinandosi la festa dell’Ascenza, l’A. si avviò alla volta di Venezia; ma giunto a Bologna, fece una digressione per visitare il sepolcro di Dante a Ravenna, e un giorno intero vi passò «fantasticando, pregando e piangendo». (Aut., IV, 10°). Il 31 maggio, tra Imola e Faenza, come rilevasi dal ms., compose, a sfogo dell’ira che gli bolliva nel cuore per le molte e aspre critiche fatte alle sue tragedie, il presente sonetto, ispirato, non v’è dubbio, dal dialogo fra Dante e Cacciaguida su, nella sfera di Marte (Par., XVII, 108 e segg.).
- ↑ 7-8. Dante, nel cit. passo:
Giú per lo mondo senza fine amaro,
E per lo monte dal cui bel cacume
Gli occhi della mia donna mi levaro,
E poscia per lo ciel di lume in lume
Ho io appreso quel che s’io ridico
A molti fia savor di forte agrume;- E s’io al vero son timido amico,
- Temo di perder viver tra coloro
- Che questo tempo chiameranno antico.
- ↑ 10. Nome, fama.
- ↑ 13. Ricorda il cesariano: Veni, vidi, vici.
- ↑ 14. È di Dante (Inf., III, 51):
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
Nel ms. questo sonetto ha la coda seguente:
Ciò detto, ei tace e lassa
Me tutto pieno d’un tremor devoto:
Io la gran tomba adoro, e sciolgo il voto.
Il Mazzoni, nel cit. art., riferisce un anonimo sonetto satirico da lui trovato fra le carte Albergati della Biblioteca comunale di Bologna, in risposta a questo alfieriano; ma non vale la pena di riportarlo, tanto è inferiore al suo originale.