Rime varie (Alfieri, 1912)/CLV. Superiore ad ogni altro è il linguaggio d'Italia
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CLV.1
Superiore ad ogni altro è il linguaggio d’Italia.
Se pregio v’ha, per cui l’un Popol deggia
Palma d’ingegno sovra l’altro aversi,2
Pregio al certo sovrano egli è il valersi
4 Di favella che in copia e in suon3 primeggia.
Non v’ha parola, che un’idea non chieggia,4
Come non fiume cui fonte non versi;
Né mai dolci sonanti accenti fersi
8 Dov’organo perfetto non li echeggia.5
Piú le parole son, le idee piú furo:
Piú vaghe sono e splendide ed intere,
11 Piú fu il valor della creante stampa.6
Note
- ↑ Nel ms.: «6 maggio 1792, Parigi, in letto».
Tornato a Parigi al principio del ’92 l’A. con la Contessa, e preso in affitto un appartamento, tentò di rimettersi a’ suoi studii, e imprese la traduzione di Virgilio e di Terenzio; ma, dopo la giornata del 10 agosto, non si senti colà piú sicuro e oltrepassò, con la Signora, il confine fra mezzo a enormi difficoltà, anzi col pericolo di essere ucciso. (Aut., IV, 22°.) Durante il soggiorno di Parigi, compose solamente il surriferito sonetto, a dir vero, un poco pedestre.
- ↑ 2. Aversi, avere.
- ↑ 4. In copia, in abbondanza di vocaboli; in suono, in armonia.
- ↑ 5. Verissimo, ed altrettanto vera la conclusione che da questa premessa l’A. trae al v. 9°: i popoli che sono ai primi gradini della civiltà hanno piú povero degli altri il vocabolario.
- ↑ 8. Non li echeggia, non li fa risuonare.
- ↑ 11. Della mente del popolo che foggiò tali vocaboli: in luogo di creante, non bello e poco chiaro, l’A. aveva prima scritto matrice, indi primiera.
- ↑ 13. Chere, arcaismo per chiede, dal lat. quaerere.
- ↑ 14. Vampa, fiamma.