Rime varie (Alfieri, 1912)/CLXXXV. Difficoltà dell'apprendere il parlar toscano
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CLXXXV.1
Difficoltà dell’apprendere il parlar toscano.
A. Che diavol fate voi, madonna Nera;
Darmi per sin co’ buchi le calzette; —
N. Co’ buchi, eh? Dio ’l sa, s’i’ l’ho rassette;2
4 Ma elle ragnano sí, ch’è una dispéra.3 —
A. Ragnar, cos’è, monna vocaboliera?4 —
N. Oh! la roba, che l’uom mette e rimette,
Che vien via per tropp’uso a fette a fette,5
8 Non ragna ella e mattina e giorno e sera? —
A. Ragnar? non l’ho piú6 udito, e non l’intendo.
N. Pur gli è chiaro: la rompa un ragnatélo,
11 Poi vedrem se con l’ago i’ lo rammendo. —
A. Ah! son pur io la bestia: imbianco il pelo,
Questa lingua scrivendo e non sapendo.
14 Tosco innesto son io, su immondo stelo.7
Note
- ↑ Questo sonetto fu composto il 28 marzo 1796: sono interlocutori di esso, come rilevasi dall’autografo, l’A. e Nera Colomboli, sua cameriera, fiorentina. Non è questo un personaggio inventato dall’A., perché realmente una donna, che chiamavasi cosí, gli prestò servizio in qualità di cameriera; anzi, a lei e a suo marito il Poeta assegnava nel suo testamento del 1° gennaio 1799 «una ricognizione in denari, ma non eccedente zecchini 25 per caduno; minore e anche nulla se facesse incomodo il darli, stante i tempi calamitosi».
Di questo sonetto è un abbozzo in prosa nelle carte di Montpellier, riferito dal Mazzatinti nel cit. art. della Rivista d’Italia:
— V. M’avete dato le calzette co’ buchi.
— R. Co’ buchi eh? sarà ch’elle ragnano.
— V. Ragnano?
— R. Oh, la roba che s’avvia a rompere la non ragna?
— V. Ragnare, non l’ho mai sentito.
— R. La tela di ragno non va ella via via da sé?
Moralità.
Qual’è l’asino di questi due: qual’è il barbaro?
- ↑ 3. Rassette, rassettate.
- ↑ 4. Ragnare si dice delle stoffe, quando sono sí logore che, contro la luce, hanno l’aspetto di una tela di ragno. Dispéra, voce usata sulle montagne di Pistoia per disperazione.
- ↑ 5. Vocaboliera, che conosce gli esatti vocaboli e li sa al momento opportuno adoprare.
- ↑ 7. A fette a fette, non è molto proprio detto di roba consunta dal lungo uso.
- ↑ 9. Piú, mai.
- ↑ 14. Per quanto io faccia (vuol dire l’A.), sarò sempre un Piemontese e quella conoscenza de’ giusti vocaboli e quel saperli convenientemente adoprare, che son propri de’ Toscani, non potrò apprenderla né acquistarla mai.