Dal Misogallo (Alfieri, 1912)/Conclusione

Conclusione

../Sonetto XLI IncludiIntestazione 16 luglio 2022 75% Da definire

Sonetto XLI

[p. 226 modifica]

Conclusione.

Giorno verrà, tornerà il giorno, in cui
Redivivi1 omai gl’Itali, staranno
In campo audaci, e non col ferro altrui2
4 In vil difesa, ma dei Galli a danno.
Al forte fianco sproni ardenti dui,
Lor virtú prisca, ed i miei carmi, avranno:
Onde, in membrar ch’essi già fur,3 ch’io fui,
8 D’irresistibil fiamma avvamperanno.
E armati allor di quel furor celeste
Spirato in me dall’opre dei lor Avi,
11 Faran mie rime a Gallia esser funeste.
Gli odo già dirmi: O Vate nostro, in pravi
Secoli nato, eppur create4 hai queste
14 Sublimi età, che profetando andavi.5

Tenea ’l Ciel dai Ribaldi, Alfier dai Buoni.


Note

  1. 2. Redivivi, svegliatisi dal loro lunghissimo sonno, tornati alla vita.
  2. 3. Il Filicaia, nel noto son. Italia, Italia, o tu cui feo la sorte:
    Né te vedrei del non tuo ferro cinta
    Pugnar col braccio di straniere genti.
  3. 7. Membrar, ricordare. Ch’essi già fur, che cosa essi furono nei tempi passati.
  4. 13. Create, parola di intenso significato, in cui è compendiato, può dirsi, il fine a cui l’A. mirò con tutta l’opera sua: formare la coscienza degli Italiani, plasmare, prima, il loro carattere, innamorarli della libertà, accenderli di furore contro la tirannide, sí da rendere impossibile ad essi la vita senza l’una, intollerabile sotto il giogo dell’altra. «Il primo e maggior merito [dell’A.]», sono parole di Massimo D’Azeglio, «fu, a parer mio, d’aver egli, si può dire, scoperta l’Italia, come Colombo l’America, ed iniziata l’idea d’Italia-nazione» (Ricordi, IV).
  5. 14. Che profetando andavi: il Bruto II è dedicato al futuro popolo d’Italia.